Imparare una lingua è come viaggiare

Ora che ci penso, alla base dei miei viaggi c’è sempre stato un fatto linguistico scatenante, e questo blog ne è pieno!

Una lingua è come un viaggio: il risultato non sta in una meta, ma lungo il cammino intrapreso, grazie al quale ci si arricchisce con le esperienze che per mezzo della lingua (e del viaggiare) siamo portati  a fare.

Siete d’accordo?

6 replies
  1. mauroarcobaleno
    mauroarcobaleno says:

    Hai ragione, viaggiare, imparare una lingua, immergersi in una cultura ti arricchisce e comunque ti cambia. Abbi però pietà degli stanziali…

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    • soniapendola
      soniapendola says:

      va anche detto che si può partire senza viaggiare, non solo di testa ma con la mente che esplora mondi non necessariamente geografici. Però viaggiare una cosa che insegna almeno a me che spesso salgo in cattedra – sigh, anche se a scuola non faccio didattica frontale – è a stare un po’ zitti, a parlare di meno e a ascoltare di più. E a essere umili senza far sempre quella che ha già capito tutto… ecco in questo senso mi è sempre utile.
      Ecco, sì.
      S,

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  2. Gema Teran
    Gema Teran says:

    Sì, sono d’accordo, perché proprio come in viaggio, imparando una lingua scopri cose nuove, parole o frasi che ti riportano alle radici e alle tradizioni del paese in cui stai imparando la lingua.

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    • soniapendola
      soniapendola says:

      Vero, Gema, sono d’accordo, se hai qualche ricordo particolare, scrivimelo!
      Anche in privato!
      (E ancora complimenti per il tuo risultato scolastico!)
      S.

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  3. Vincenzina
    Vincenzina says:

    Una lingua si abita, per quanto troppo spesso lo si faccia in modo inconsapevole o sentendosi sempre un po’ stranieri. Io mi sento un curioso ibrido, abitante stanziale ma di un luogo aperto agli echi e agli strati.
    😊

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    • soniapendola
      soniapendola says:

      Bellissimo spunto, Vincenzina, lo userò coi miei corsisti stranieri, che credo lo troveranno di utile ispirazione.
      Penso anche a certe metafore riferite allo spazio come ‘scivolare’ sulle parole, o ‘lanciare’ invettive, e anche a chi usa solo parole ‘pulite’, come un tempo usava tirare sale e tinelli a lucido e ci dovevi entrare in punta di piedi o con le pattine o non entrare affatto. Invece a me piace abitarla in tutti i suoi anfratti una lingua.
      S.

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