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Famosi o famigerati? (Ai posteri…)

Ecco che anche noi facciamo ingresso trionfale nella lingua inglese, grazie a o a causa di questo Covid-19. Finalmente un italianismo che riesce ad attraversare la Manica e a lasciare la propria impronta nella lingua inglese. Di quale tipo di impronta si tratti, non è importante. Come recita l’adagio: … purché se ne parli! 

Oggi – 12 maggio 2020 –  il Collins Dictionary ha proclamato l’ingresso dei bergamaski (sic) nell’autorevole dizionario britannico della lingua inglese. Disponibile in nella veste di aggettivo o sostantivo: relativo ad abitante di Bergamo: (a walled city in N Italy, in Lombardy. Pop: 113 143 (2001) ). Il fra parentesi – numero di abitanti incluso – è anteriore allo scoppio del virus. Di quale fama quindi si parla? Che cosa ci è valso tanto onore?

 

Per capirlo spingiamoci fra le pagine del collega  Treccani… 
Da FAMA derivano due aggettivi, che potremmo definire cugini:

“fam-igerato” e “fam-oso”, entrambi derivanti dal latino e caratterizzati in origine dal fatto di “godere” di fama buona, cattiva, o di senso ironico.

Esempi: Un’attrice come Nicole Kidman è senza dubbio famosa in senso buono, a differenza di Medea, famosa per la sua spietatezza. Quella cura famosa di cui tutti parlano ma che nessuno ha ancora dimostrato efficace, è di certo una fama ironica e da dimostrare. Similmente famigeratus era anticamente colui che godeva di buona fama. Poi, si sa, anche le parole prendono una cattiva strada, e a furia di imboccare quella cattiva, famigerato ha accumulato più di un record non troppo degno di lode, come i famigerati banditi, certi Premier famigerati, e … certi i virus.
E’ dunque probabile che nel 2001 Bergamo fosse solo famosa per la sua cinta muraria, ma ecco che lo scoppio di un’infezione virale ha aggiunto una sfumatura in più alla sua notorietà.

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