Il presente non soddisfa . . .

. . . il passato non se ne parla!
Mia madre ad esempio era convinta che se ce l’avessi messa tutta sarei stata “non dico felice ma almeno serena”. La mia serenità è da sempre la sua principale preoccupazione. Ti fai una bella testina, ti sistemi una buona volta, poi vi spedisco la Piccirilla e ve ne state insieme. Riuniti e in santa pace. Una famiglia come si deve. Il passato è passato, ora goditi il presente.
Hai detto carbonella. Una piccola nuvola scura che il vento spinge sulla pianura soleggiata. Davanti e dietro è tutto chiaro, solo quella nuvola getta sempre un’ombra. Alzi la mano chi non è d’accordo. Oltretutto secondo Schopenhauer il passato è irrevocabile e quanto al futuro, esso è incerto, tanto più se lo si coniuga con l’ausiliare sbagliato. Con troppi will e pochi piani concreti. Troppe chiacchiere e distintivo. Un mio beniamino del cinema direbbe così. Un altro aggiungerebbe che guardarsi alle spalle è una brutta abitudine. Il cinema è un utile strumento didattico, dopo la filosofia.
A me sembrava di avercela messa tutta e questo programma ne è la prova. Ci ho messo un po’ della mia esistenza. E anche gli “aneliti metafisici”. Speriamo che i nuovi studenti siano più benevoli di quelli che ho lasciato in italia. Io gli parlavo di Schopenhauer, dell’Io e delle sue aspirazioni, e tempo quindici lezioni gli infingardi mi mollavano. A Carrara abbiamo marmo da vendere, la filosofia è più difficile da reperire. Finché c’è marmo c’è speranza. I will be happy. Si sopravvive. A che ti serve la metafisica? Al carrarino preme solo l’hic et nunc. Il magna-beva-canta-e-fuma. Il passato si scarica alle spalle, come la marmettola giù per i ravaneti. Mia madre mi incitava a fare lo stesso, Vai, vai… Il problema è che a volte ritorna. A qualunque altitudine. Come dimostra il volo seguente, Pisa-New York. Estate 2006.
Tradurre la frase:

L’aereo è pronto al decollo e l’assistente di volo sta chiedendo
cortesemente di allacciare le cinture e di riportare lo schienale
in posizione verticale.

Credo che qualunque principiante, con il dovuto aiuto e qualche vocabolo, sia in grado di svolgere il compito. Di fatti uno a uno tutti i passeggeri ubbidiscono. Tutti tranne un commando di miei concittadini armati di triband, bandiere e altri gadget tricolore, asserragliati nella fila di mezzo accanto alla mia, e di certo appositamente sguinzagliati dalle Forze dell’Ordine carraresi per ricordarmi che non si può sfuggire al proprio passato. L’Io avanza guardingo, l’occhio ansioso e vigile, perché mille rischi e pericoli ci tendono agguato. Motivo per cui, forte delle allerte di Schopenhauer, sto sprofondando (I am sinking) nella poltrona, sotto lo sguardo divertito e confuso della mia vicina di posto (my neighbour). Che non è di Carrara. Si chiama Lorna. Her name is Lorna. She is from Cincinnati. L’ho messa nel primo Consolidation Test, sulle Introductions. Le presentazioni. Le spiego che lo faccio per evitare le fastidiose richieste di aiuto che da lì a qualche attimo … questione di secondi, sta’ a guardare: meno dieci… nove … otto … il tempo che arrivi l’assistente di volo a cosegnare i questionari del Visa Waiver I94. Meno sette… cinque … quattro… ecco che una mezza dozzina di teste si alza… tre … due … si risolleva… io sprofondo sempre di più… uno … Allo scoccare dello zero altrettante bocche hanno pronunciato nel loro codice segreto: cos’ i è ‘st lavor chi? Traduzione di: What is this? (pronuncia: Uot is diis?)
Impietosita sono riemersa, mi sono allungata sulle gambe della vicina, e gli ho dato una mano. Name … Surname… Address … Più cerchi di metterti alle spalle il passato, più torna indietro al mittente. Nome. Cognome. Indirizzo. Ho chiuso gli occhi e ho rivisto quelli sgranati del vigile venuto un anno prima ad accertare la mia nuova residenza: Via Rossi, 6. Carrara.
O scignora, ma è proppio scicura?

 

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